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Il barone Luigino Sciurba-Ferrante è stato condannato all'ergastolo per avere ucciso durante una lite il cugino Audenzio. Dopo avere scontato dieci anni di carcere viene graziato e rimesso in libertà. Il giorno del ritorno a casa Luigino deve affrontare una realtà cambiata, a lui estranea, aliena dall'ambiente dandy e raffinato in cui è cresciuto e nella quale stenta a riconoscersi. Chi gli sta attorno non gli facilita il compito, visto che tutti, a cominciare dai familiari più stretti, sembrano avere qualcosa da nascondergli. Confuso dalla tragicomica rete di inganni e bugie in cui è caduto inconsapevolmente, Luigino rivendica il proprio ruolo donchisciottesco di custode dell'onore familiare, per difendere il quale ha commesso il delitto, ma neanche questo pare appartenergli: una nuova sentenza mette in dubbio la sua responsabilità nell'assassinio del cugino.